Il recente webinar del GBEP, che spiega e individua i co-benefici di biogas e biometano, fa luce sulle potenziali implicazioni per lo smaltimento dei rifiuti organici e sottolinea la necessità di un quadro politico favorevole.

Favorire la transizione ecologica e ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, ma non solo. Uno dei molteplici vantaggi della produzione del biometano è il suo impiego come strategia per lo smaltimento “rigenerativo” ed ecologico dei rifiuti.

La Global Bioenergy Partnership (GBEP), un’iniziativa globale su base volontaria sostenuta dal mandato politico del G8 e dedicata alla bioenergia, che riunisce soggetti pubblici, privati e società civile, ha recentemente organizzato una serie di webinar dedicati ai co-benefici del biogas e del biometano. Nell’ambito dei suoi webinar, il GBEP ha riunito specialisti della tecnologia del biogas ed esperti di politica per discutere della digestione anaerobica per la gestione dei rifiuti e la relativa promozione. Qui trovate la registrazione del webinar (in inglese) che si è tenuto il 16 maggio 2023.

Il tema della gestione dei rifiuti rappresenta una grande sfida globale e, al tempo stesso, un’eccellente opportunità. Una gestione saggia dei rifiuti e uno smaltimento lungimirante possono essere una risorsa per il pianeta. La gestione anaerobica è uno dei trattamenti biologici disponibili per il trattamento dei rifiuti. Questo processo prevede infatti l’utilizzo di microrganismi per scomporre i rifiuti organici come gli scarti alimentari, i residui agricoli e i fanghi di depurazione. La gestione anaerobica dei rifiuti organici è finalizzata alla produzione di biogas per produrre sia energia verde ed ecologica, sia compost per il miglioramento del suolo (biodigestato).

La digestione anaerobica svolge dunque un ruolo cruciale nella produzione di biogas e biometano. Questa modalità di smaltimento dei rifiuti offre una soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti organici e, al tempo stesso, genera energia rinnovabile attraverso la produzione di biogas e biometano che possono essere applicati per vari utilizzi, tra cui generare calore ed elettricità, biocarburante per i trasporti e, nel caso del biometano, l’iniezione diretta nella rete del gas naturale. La digestione anaerobica per la gestione dei rifiuti offre la possibilità di ridurne al minimo il volume, valorizzando e utilizzando l’energia prodotta dal loro smaltimento. Per questo sarebbe importante la sua promozione.

L’ultimo webinar del GBEP del 16 maggio scorso è stato introdotto e moderato dal Segretariato GBEP Constance Miller e da Tiziana Pirelli, entrambi parte della FAO. Tutti i relatori del webinar hanno concordato su come la promozione delle metodologie di digestione anaerobica debba poi tradursi nello sviluppo di politiche a sostegno dell’installazione di impianti di biogas, e incentivare la ricerca di nuove tecnologie per la produzione di biogas e biometano. Come ha osservato Tiziana Pirelli: “Politiche e tecnologie vanno di pari passo, ed è importante “spingere” le politiche, ma allo stesso tempo promuovere anche la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie nel campo della produzione di biometano”.

Lucile Server, responsabile delle politiche dell’European Banking Authority (EBA), ha aperto la discussione con una panoramica dell’attuale tendenza nella produzione di biogas e biometano a livello europeo e dei risultati previsti per il futuro, con un’attenzione specifica all’uso di rifiuti organici, rifiuti industriali e fanghi di depurazione.

I dati principali mostrano come oggi in Europa si producano 18,4 miliardi di metri cubi di biometano e biogas combinati, con una chiara tendenza alla crescita della produzione di biometano rispetto al biogas, che ha registrato un aumento del +20% tra il 2020 e il 2021. La costante crescita della produzione di biometano, e la continua ricerca di percorsi innovativi per massimizzarne la produzione, potrebbe addirittura portare a superare l’obiettivo di 35 bcm fissato dal Piano REPowerEU, e potenzialmente raggiungere i 41 bcm entro il 2030!

Una di queste tecnologie promettenti e innovative per la produzione di biometano è in fase di sperimentazione in Francia. Geoffrey Karakachian, parte di ENGIE – Lab Crigen, ha presentato la tecnologia pilota in fase di sperimentazione nell’impianto di Eppeville, situato nella regione Haut de France. In questo sito viene sperimentata una delle cinque tecnologie innovative volte a diversificare la base di produzione del biometano testate nell’ambito del progetto BIOMETHAVERSE, cofinanziato dall’Unione Europea. Attualmente, l’impianto di Eppeville tratta principalmente i residui agroindustriali utilizzando l’elettrometanogenesi (EMG) in-situ ed ex-situ, una tecnologia innovativa tra l’elettrolisi e la metanazione biologica che prevede l’uso di elettrodi inseriti nel digestato, o in un altro determinato mezzo. Sotto tensione, l’attività dei microrganismi all’interno del biofilm attaccato agli elettrodi viene potenziata e porta a una maggiore produzione di biogas.

Ma affinché tecnologie innovative come questa raggiungano i mercati e possano rappresentare un cambiamento di rotta per la gestione dei rifiuti, è necessario disporre di un quadro politico coerente. La regolamentazione svolge infatti un ruolo fondamentale per la mobilitazione di materie prime sostenibili, come i rifiuti e le acque reflue, insieme alle politiche di incentivazione della produzione di biogas dai rifiuti.

Tra le politiche attualmente in discussione a livello europeo c’è la revisione della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. La revisione della normativa del 1991 potrebbe introdurre obblighi legati alla neutralità energetica, in grado di sbloccare il potenziale dei fanghi di depurazione e costituire un enorme stimolo per l’implementazione della digestione anaerobica negli impianti di trattamento delle acque reflue urbane (UWWT). Inoltre, la revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti (WFD) proposta dalla Commissione Europea potrebbe essere un potenziale motore per la produzione di biogas derivante dai rifiuti alimentari. Questa revisione è infatti incentrata sulla definizione di obiettivi di riduzione dei rifiuti alimentari finalizzata ad aumentarne il riutilizzo e il riciclaggio.

Anche Stefano Proietti, Senior Research di ISINNOVA e coordinatore del progetto BIOMETHAVERSE, ha sottolineato l’importanza dello sviluppo di politiche che consentano la crescita della produzione di biometano, soprattutto in termini di incentivi: “Per certi aspetti, il biometano è ancora un mercato di nicchia e ha bisogno di un quadro normativo chiaro per diventare ancora più competitivo di fronte all’industria dei combustibili fossili di lunga data”.

In termini di politiche, Proietti ha anche condiviso le sue riflessioni sulla replicabilità di politiche efficaci per il biogas/biometano in diversi Paesi. In particolare, ha presentato alcuni strumenti interni sviluppati da ISINNOVA per ispirare e supportare il processo decisionale, la stesura delle politiche e lo sviluppo dei progetti. All’interno della metodologia INSPIRE ci sono diversi strumenti basati sullo stesso approccio matematico, come SITEE, MEETS e altri in fase di sviluppo, che possono essere applicati a seconda di temi come le soluzioni urbane, la replicazione delle politiche, il trasferimento tecnologico, oppure delle scale e dei contesti da valutare, come per esempio città o Paesi.

La metodologia MEETS prende in considerazione diverse variabili di politica e di contesto in alcune dimensioni come il mercato, l’efficacia, l’ecosistema, il tempo e gli effetti collaterali, per stimare il potenziale di replica delle politiche in diversi contesti locali. Si tratta di un metodo versatile che è già stato utilizzato in progetti finanziati dall’UE, come RUGGEDISED oppure REGATRACE, per valutare il potenziale di replica complessivo di determinate politiche e soluzioni.

Il metodo prevede, in primo luogo, un’attività di valutazione dell’efficacia delle politiche basata sulla classificazione delle politiche in ciascun Paese, seguita da una valutazione della replicabilità con un approccio quantitativo per stimarne il potenziale di replicabilità, espresso in percentuale, che determinate politiche potrebbero avere in diversi contesti nazionali o locali. Sulla base di questa metodologia, nell’ambito del progetto BIOMETHAVERSE, è in fase di sviluppo uno strumento specifico per valutare la replicabilità delle tecnologie innovative di produzione del biometano testate nel progetto.

Nelle parole di Proietti: “Queste metodologie adottano prospettive multiple per aiutare a identificare politiche e soluzioni di successo, evidenziando al contempo quali sono i fattori e le caratteristiche specifiche che influenzano la loro trasferibilità locale”.

Le osservazioni conclusive di Tiziana Pirelli sono positive: “Nel complesso, lo scenario è positivo perché questo webinar è la prova che le iniziative di ricerca e sviluppo nell’ambito del biogas e del biometano stanno andando avanti, e c’è attenzione a come le politiche possano sostenere meglio, accelerare e aiutare a replicare i progressi in questo settore”.

Uno degli orizzonti è la ricerca per utilizzare al meglio il digestato per ricavarne energia aggiuntiva, favorendo un approccio economico circolare. “Si sta esplorando la valorizzazione del digestato durante lo stoccaggio – spiega Geoffrey Karakachian – nel tentativo di trovare modi per trasformarlo in un prodotto e non solo in un rifiuto”.

I benefici che derivano dalla produzione di biometano continuano dunque a moltiplicarsi.