L’Unione Europea sta affrontando la crisi del degrado del suolo attraverso ricerca, finanziamenti e politiche pubbliche, eventi nazionali e collaborazioni interdisciplinari.

La salute del suolo è stata individuata come una delle grandi priorità dell’Unione Europea. Il suolo, indispensabile per il sostentamento della nostra vita, sta vivendo una situazione particolare di precarietà. A questo proposito, lo scorso 13 maggio, si è tenuto a Roma (e online) l’evento nazionale sulla Missione Suolo dell’Unione Europea, “100 Living Lab e Lighthouse per la salute del suolo – opportunità di finanziamento 2024”, organizzato da Trust-IT Services e Politecnico di Milano in collaborazione con altri partner istituzionali.

Gli eventi nazionali organizzati dal progetto Horizon Europe NATI00NS puntano a promuovere la Missione dell’UEA Soil Deal for Europe” in contesti nazionali e regionali, fornendo accesso a materiali e informazioni di qualità, stimolando le discussioni sulle migliori configurazioni di Living Lab (LL) per affrontare le specifiche esigenze sul suolo nei vari contesti locali. Il fine è di supportare enti e organizzazioni regionali e nazionali a presentare domanda per i bandi Horizon Europe sul tema “Soil Health Living Labs”.

Living Labs e Lighthouses per la tutela del suolo

Secondo Angelo Riccaboni dell’Università degli Studi di Siena e rappresentante nazionale della Mission “A Soil Deal For Europe”, si stima che oltre il 60% del suolo europeo non sia salubre e che il suolo degradato dall’attività umana sia a rischio di cambiamenti climatici antropogenici. Questa situazione si riscontra nei 2/3 dei suoli europei. I servizi ecosistemici sono limitati e il costo del suolo degradato è enorme, superiore ai 50 miliardi di euro annui. L’Europa si sta muovendo nella direzione della tutela, attraverso una proposta di Direttiva su monitoraggio e resilienza del suolo. Con questa proposta, l’Europa sta cercando di garantire condizioni di parità tra gli Stati membri e un elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute. Inoltre, si sta cercando di fornire un quadro giuridico per contribuire al raggiungimento degli obiettivi sui suoli sani entro il 2050.

Anche la scienza è chiamata a fare il suo ruolo. La nuova Missione Europea sul suolo ha come obiettivo principale quello di istituire 100 Living Labs per effettuare esperimenti sul campo collegati ai centri di ricerca, e Lighthouses, ovvero dei siti per la dimostrazione e la divulgazione di buone pratiche entro il 2030, per guidare la transizione verso i suoli sani nelle aree rurali e urbane. Per far questo si sta adottando un approccio dal basso, che si basa sulla scienza aperta e sull’innovazione partecipativa, con un forte coinvolgimento delle parti interessate e dei cittadini. Inoltre, si sta instaurando una forte collaborazione tra ricercatori, gestori dei territori, regioni, imprese, decisori politici, cittadini e partner internazionali nell’implementazione della missione.mLa Mission Soil ha l’intenzione di fornire una grande quantità di analisi, misure e dati rigorosi su basi scientifiche fornendo un importante contributo all’Osservatorio Europeo del Suolo.

Fabiana De Carlo di APRE spiega che i Living Labs sono ecosistemi e iniziative di ricerca che includono tutti gli interessati a promuovere azioni concrete per la salute del suolo. Hanno come obiettivo l’innovazione, la co-creazione e l’apprendimento formale, contribuiscono alle sfide sociali e al miglioramento della salute del suolo e dei servizi ecosistemici correlati. Per via della varietà delle parti interessate, hanno una dimensione multidisciplinare e transdisciplinare. Le Soil Health LightHouses sono invece dei luoghi per la dimostrazione di soluzioni, formazione e comunicazione esemplari in termini di miglioramento della salute del suolo. Presentano infatti buone pratiche e soluzioni d’avanguardia. Sono luoghi di formazione, networking e comunicazione all’indirizzo dei futuri utenti, dei decisori politici o della società in generale.

AI4SoilHealth e iCOSHELLs: ISINNOVA al lavoro per la salute del suolo

Tra i progetti presentati durante l’evento di Roma, compaiono anche due progetti di ISINNOVA, ovvero AI4SoilHealth e il nuovissimo iCOSHELLs, che partirà a giugno. Daniel Rodrìguez Cassolà, ricercatore di ISINNOVA, ha presentato il progetto europeo iCOSHELLs, di cui iSINNOVA è partner e coordinatore del Living Lab italiano. In questo progetto c’è una preponderanza del bacino Mediterraneo, sebbene i coordinatori dell’intero progetto siano i colleghi dell’Istituto Statale di Ricerca Svedese. iCOSHELLs avrà un approccio innovativo volto a promuovere la partecipazione attiva e collaborativa di tutti gli attori coinvolti nella gestione sostenibile del suolo, ed è adattabile in ciascun Living Lab nel contesto locale.

Al fine di dar vita al Living Lab italiano, è stata effettuata una mappatura del territorio individuando gli stakeholder a livello locale, mettendo d’accordo interessi, aspettative e motivazioni. È stata poi effettuata una profonda analisi complessiva a livello normativo, politico, tecnologico e sociale del contesto, prevedendo una formazione continua, mirata a creare Living Labs di successo, capendo meglio le prestazioni e lo stato dell’arte per accrescere allo stesso tempo le competenze dei partecipanti.

All’interno di ogni Living Lab è prevista una struttura di coordinamento con tutti gli altri Living Labs del progetto, con un focus sulla comunicazione interna ed esterna. Uno degli obiettivi principali è quello di garantire il corretto funzionamento di ciascun Living Lab attraverso interazioni con i partecipanti. Nel contesto del progetto verrà poi sviluppata una piattaforma europea per condividere soluzioni, competenze, conoscenze ed esperienze.

Il Living Lab italiano di iCOSHELLs è catalogato come un Living Lab alpino, di cui fanno parte l’Università degli Studi di Trento, InnovHub, Comune di Oppeano, RUMA S.r.l., Consorzio per la tutela del Franciacorta, Politecnico di Milano, Parco Regionale del Mincio, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Milano, amministrazioni e autorità locali, mondo produttivo, mondo della ricerca e società civile. Fanno parte del Living Lab 4 siti montani della provincia di Trento, mentre gli altri 6 sono agricoli o agricoli-urbani e sparsi tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Il Living Lab è composto da aziende agricole, vitivinicole, parchi e orti urbani, tutti in collaborazione con aziende del territorio. Tutto il Living Lab si basa su criteri di omogeneità nella ricerca e nella collaborazione tra i protagonisti che ne fanno parte.

Una caratteristica distintiva del Living Lab italiano è la co-creazione di idee e soluzioni per la gestione del suolo attraverso le sperimentazioni, lavorando a stretto contatto con agricoltori, aziende, enti pubblici e società civile per sviluppare soluzioni innovative per la gestione del suolo. Verranno inoltre selezionati almeno 10 siti sperimentali progettandone l’implementazione, e verranno preparate delle attività sperimentali per ciascun sito attraverso interazioni con gli altri stakeholders. Verranno poi proposti dei miglioramenti interattivi e condotte delle sperimentazioni, che vedranno il monitoraggio e la validazione degli esperimenti, delle prestazioni e dei risultati. Una delle fasi di maggiore importanza è il monitoraggio, attività fondamentale per comprendere l’efficacia e l’efficienza delle soluzioni proposte.

L’altro progetto su cui lavora ISINNOVA, AI 4 Soil Health, è stato presentato da Giovanna Giuffrè che, oltre a presentare il progetto, ha presentato anche il grande lavoro svolto da ISINNOVA sulle politiche, dalla valutazione fino agli impatti. In particolare, sul progetto AI 4 Soil Health, che si occupa di monitorare la salute del suolo raccogliendo dati proprio grazie a metodi innovativi e incentrati sull’intelligenza artificiale, ISINNOVA svolge un lavoro di valutazione delle politiche e degli impatti dei Living Labs coinvolti nel progetto.

AI 4 Soil Health è uno dei due progetti finanziati sul monitoraggio del suolo e il ruolo di ISINNOVA, che nello specifico si occupa di science for policy, è quello di valutare come i dati dei Living Labs vengono raccolti, elaborati e usati in particolare per l’individuazione degli utenti finali, che molto spesso non conoscono bene le caratteristiche del suolo, non sanno come proteggerlo né mettere in pratica i più recenti sviluppi nel campo delle tecniche agricole. Tutti i dati raccolti nel contesto dei Living Labs possono essere preziosi se vengono catalogati in un modo comprensibile per i meno esperti. Nel contesto di AI 4 Soil Health sono stati intervistati 30 policy maker a vari livelli territoriali con esigenze diverse, come inserire il suolo nelle politiche energetiche, climatiche o nell’economia sostenibile.