Andrea Ricci di ISINNOVA, presidente del Gruppo Esperti che ha guidato la valutazione di medio termine di Horizon Europe, ha recentemente presentato il rapporto finale in Parlamento Europeo a Bruxelles

Una doppia presentazione per il documento “Verso il Mid-Term di Horizon Europe“. Dopo essere stato introdotto e spiegato lo scorso 14 novembre in occasione della Conferenza Annuale APRE 2023, tenutasi a Roma, il “Rapporto Finale di Valutazione Intermedia di Horizon Europe” è stato presentato anche a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo da una delegazione dell’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea e da Andrea Ricci di ISINNOVA, in qualità di Presidente del Gruppo Esperti APRE.

Il documento di valutazione rappresenta la tappa intermedia di un percorso che, come afferma lo stesso Andrea Ricci in un’intervista, “è appena iniziato”. Per ripercorrere i momenti salienti della Conferenza Annuale clicca qui. Nel video sottostante troverai l’invervista ad Andrea Ricci subito dopo il Convegno Annuale APRE.

La presentazione in Parlamento a Bruxelles

Molti sono stati i temi affrontati nell’ambito della presentazione europea. Tra questi il rafforzamento delle sinergie e la coerenza tra programmi e strumenti, la riduzione delle disparità tra i vari Paesi dell’UE, l’introduzione di un fondo di riserva del 10%, l’adozione di una metodologia di valutazione dell’impatto dei progetti europei e il miglioramento della partecipazione delle PMI più innovative.

“Il rapporto finale di medio termine di Horizon Europe”, dichiara Andrea Ricci, è stato prodotto con un processo partecipativo, che era una scelta obbligata al fine di produrre un posizionamento nel quale si potesse riconoscere tutta la comunità scientifica italiana. Abbiamo utilizzato strumenti di ricerca partecipativa come survey e interviste.

“Abbiamo identificato tre grossi blocchi – continua Ricci – una parte più strategica, una parte che si concentra sugli strumenti e una parte che è incentrata sull’operatività, ovvero su come migliorare il funzionamento operativo di alcuni strumenti che caratterizzano Horizon Europe. Con questo approccio abbiamo estrapolato 52 proposte migliorative, che abbiamo poi sintetizzato in 12 grandi priorità.

“Il nostro lavoro non finisce qui” – ha osservato Ricci – “ma ci sarà ancora una riflessione che potrà essere utile alla comunità della ricerca e dell’innovazione italiana e anche alle istituzioni europee. Nel 2024 il GdE si adopererà per portare avanti una riflessione rivolta al futuro e a FP10”.

Ripercorri il convegno europeo qui o nel video sottostante, messo a disposizione da APRE sui suoi canali mediatici.

Le 12 grandi priorità individuate per Horizon Europe

Al fine di contribuire a diffondere l’importante lavoro di analisi svolto dal gruppo esperti APRE nella fase di valutazione di medio termine di Horizon Europe, riportiamo di seguito le 12 grandi priorità individuate dal rapporto finale.

1. Razionalizzare il panorama della ricerca europea, semplificando l’architettura, evitando le ridondanze, promuovendo e rafforzando ulteriormente le sinergie e la coerenza tra strumenti e programmi (non solo HE) per potenziare l’impatto della R&I europea sui grandi obiettivi strategici prioritari (transizione verde e digitale, IA, salute).

2. Contribuire più compiutamente alla riduzione delle disparità interne all’Unione in materia di R&I impostando le azioni della componente “Widening participation and spreading excellence” su base regionale anziché nazionale, passando quindi dal concetto di “Paesi dell’ampliamento” (Widening countries) a quello di “regioni dell’ampliamento” (Widening regions).

3. Avvalersi di una sistematica attività di foresight per l’identificazione delle priorità mediante backcasting, anche per rafforzare ulteriormente la coerenza tra orientamenti strategici della UE e priorità del PQ; al tempo stesso accrescere il coinvolgimento – nella programmazione – della società civile in tutte le sue componenti.

4. Introdurre nella suddivisione del bilancio del PQ un fondo di riserva del 10% dell’intero ammontare annuale del Programma, da dedicare al finanziamento di priorità di ricerca e innovazione emerse dopo la fase iniziale di programmazione e legate a crisi ed emergenze improvvise (geopolitiche, sanitarie, ambientali), anche al fine di evitare inopportuni tagli dei budget nei vari comparti.

5. Complementare gli strumenti ERC e MSCA del primo pilastro con l’offerta di maggiori opportunità di ricerca collaborativa su TRL bassi (1-4) nel secondo pilastro, anche basate su proposte bottom-up.

6. Adottare una metodologia per la valutazione dell’impatto ex-ante e ex-post, che permetta – con metriche che riflettano le specificità delle tematiche – di valutare sull’intero ciclo di vita gli effetti economici, sociali ed ambientali di progetti e programmi.

7. Esplicitare più chiaramente i principi fondanti delle Missioni, con una narrativa unica che ne ribadisca la dimensione prevalente di R&I e ne assicuri la funzione di orientamento e connessione tra diverse azioni/strumenti europei e nazionali sull’obiettivo strategico della Missione stessa.

8. Garantire il carattere lungimirante e strategico dei Partenariati, anche per assicurare una loro maggior apertura e inclusività, mediante un ruolo più incisivo della Commissione ed una razionalizzazione del loro numero.

9. Rivedere l’impostazione dei Programmi di Lavoro dell’EIC per assicurare l’adeguata copertura di “tutti i tipi di innovazione” – in linea con quanto stabilito dai testi legislativi – e ribadire il ruolo di EIC come traino rispetto ad investitori privati, così da potenziarne la capacità d’intervento in situazioni di market failure.

10. Migliorare la composizione dei panel di valutazione per garantire le competenze specifiche e l’interdisciplinarietà, e promuovere una maggiore integrazione e collaborazione tra funzionari delle Direzioni Generali e delle Agenzie nelle fasi di selezione dei valutatori e valutazione ex ante e ex post dei progetti.

11. Generalizzare, tenendo conto delle caratteristiche dei programmi, il metodo di finanziamento lump sum per promuovere una cultura progettuale focalizzata sui risultati (i Deliverables) e non più prevalentemente sul processo.

12. Migliorare la partecipazione delle PMI innovative, rafforzando le misure di accompagnamento e supporto a loro dedicate, e facilitando il loro coinvolgimento nella ricerca collaborativa e nei partenariati, con esplicito focus sull’applicazione industriale e le innovazioni di mercato